QUANTO COSTA AVVIARE UN’ATTIVITA’ E-COMMERCE?

Oggi vendere prodotti o servizi tramite Internet (e-commerce) rappresenta un business dalle grandi opportunità, anche grazie alle forti potenzialità rappresentate dai Social Media (Social Commerce). Esiste, a questo riguardo, una specifica Direttiva (la 2000/31/CE) in base alla quale risulta possibile dar vita ad un’attività di vendita on-line senza prima richiedere e attendere a autorizzazioni di legge.

Per quanto concerne il regime fiscale, chi realizza tramite e-commerce guadagni non superiori ai 5000 euro annui per mezzo esclusivamente di prestazioni occasionali, rientra nell’ambito della libera attività e quindi non ha l’obbligo di aprire la Partita IVA. Tuttavia deve necessariamente rilasciare ricevuta con la dicitura prestazione occasionale ai sensi dell’articolo 67 lettera i) del DPR 917 del 1986. Quindi, il reddito certificato mediante ricevuta sarà soggetto a ritenuta d’acconto del 20% e dovrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, se un singolo ricavo sarà superiore ai 77,47 euro, bisognerà pagare l’imposta di bollo. Come detto, in caso di reddito annuo superiore ai 5000 euro, è fatto obbligo aprire Partita IVA e aderire alla Gestione Separata INPS.

Ovviamente, spesso capita che vere e proprie attività continuative di e-commerce siano mascherate con finte prestazioni occasionali: per evitare tali fenomeni di elusione fiscale la Guardia di Finanza ha il compito di svolgere frequenti controlli e accertamenti sui venditori.

Gli imprenditori che vogliano esercitare un autentico, continuativo commercio sui canali offerti da Internet hanno l’obbligo di rivolgersi al notaio e creare una società. In questo caso il costo dell’operazione può oltrepassare i mille euro, a meno che non si costituisca una società a responsabilità limitata semplificata (srls), di norma esentata dalle spese notarili. Dopo di ché, bisogna comunque eseguire l’iscrizione alla Camera di Commercio, oltre a presentare la  Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del comune nel cui territorio è previsto l’inizio e lo svolgimento dell’attività stessa.

Ma non è finita qui: infatti è necessario anche trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati fondamentali della propria operatività su Internet e cioè: indirizzo del Web site, dati relativi all’ISP (Internet Service Provider), indirizzo della propria casella di posta elettronica, numero telefonico e numero di fax.

Altre spese sono rappresentate: 1. dai costi amministrativi che consistono in  alcune decine di euro da pagare al Comune ricevente la SCIA a motivo dei diritti di segreteria; 2. dal costo per l’apertura della Partita IVA e per l’iscrizione alla Camera di Commercio, che si aggira intorno ai cento euro.

Un costo non trascurabile, quantificabile anche in diverse migliaia di euro, è poi costituito dalla piattaforma web necessaria allo svolgimento dell’attività di e-commerce. Va detto però che questa cifra, puramente indicativa, riguarda molte voci: il compenso di programmatori e web designer, il servizio di hosting, il costo di attrezzature hardware e di supporti software. Esistono però anche pacchetti semi gratuiti o comunque a basso costo disponibili in rete.